La luce non dimentica.
Una finestra che sapeva il silenzio,
e il suo modo netto di stare al mondo.
Non si spostava.
E la luce, ogni mattina, la ritrovava.
carta da spolvero, acrilico
Troppo bassa, troppo semplice, troppo vera.
In mezzo a quel nero, sembrava lì per sbaglio.
E invece no.
C’era da prima, forse. O forse era comparsa un giorno qualunque, attaccata con un nastro, come un pensiero che non si cancella.
Dentro non c’era molto.
I palazzi continuavano a crescere.
Ma ogni mattina, puntuale, quel giallo attraversava tutto: altezze, vetrate, cemento, acciaio. E andava a posarsi lì.
Senza permesso.
Sapeva dove tornare.