Il Filtramondo.
Era fatto di carta sottile, di quelle che non trattengono tutto.
Lasciava passare la luce, sfumava i margini, addolciva il rumore.
Non imponeva forma.
Filtrava.
carta da lucido, acrilico
Non parlava, non si muoveva. Ma chiunque si avvicinasse, sentiva di essere osservato con delicatezza.
La sagoma filtrava ogni cosa: un pensiero sfuggito, un gesto appena accennato, una luce riflessa. Non reagiva, non interpretava.
Era come se registrasse memorie di passaggio.
Era fatta per raccogliere ciò che il mondo lascia andare. I margini la contenevano, ma non la limitavano.
Sotto quel verde spesso c’era spazio per tutto. E in quello spazio, ogni traccia diventava lieve.
Non aveva bisogno di parole.
Chi le aveva, le trovava da sé.