Geografie provvisorie.

C’era una testa che non parlava. Dentro aveva mappe, stanze, strutture. Un giorno, iniziò a sognare case. E da quel sogno nacque un villaggio. Tutto partiva da lì. Da quel silenzio.

carta, nastro adesivo, marker

Le case crescevano una accanto all’altra, come se seguissero un disegno che nessuno aveva mai tracciato. C’erano porte che si aprivano su cortili minuscoli, finestre sospese nel vuoto, scale che non portavano da nessuna parte. Ogni stanza era diversa, eppure tutte sembravano appartenere allo stesso villaggio.
La testa, pur restando muta, continuava a costruire: aggiungeva vicoli, piazze, tetti che si piegavano l’uno sull’altro.
Ogni silenzio generava una nuova forma.
Ogni pensiero non detto diventava architettura.

Alla fine, chi osservava non sapeva più se fosse un sogno o una città vera.
Ma il villaggio era lì, saldo nella sua leggerezza, nato da un vuoto che non aveva paura di restare vuoto.

Geografie provvisorie

Descrizione:

Collage di carte di recupero, fissate su sottilissima e fragile carta da spolvero. Colore acrilico, marker, nastro adesivo a vista. L’opera presenta e mantiene la piegatura della carta in piccoli quadrotti ed è inserita in una scatolina 30×30 cm. Si suggerisce di fissarla su base rigida prima della cornice. Non è fornita di cornice.

Dimensioni:

120 x 70 cm
Pezzo unico – Archivio di carta

disponibile

 

Non è un negozio, niente pulsanti magici: ma se ti va di portarne a casa uno, basta scrivermi.